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Vittorino Andreoli: «Oggi si parla troppo di coraggio. A sproposito»

Fonte: iodonna.it

5 marzo 2023 | Rossana Campisi

Nella nostra nuova collana di libri, lo psichiatra Vittorino Andreoli indaga il senso dell'esistenza a partire da 23 parole chiave. Si comincia con il coraggio. L'iniziativa di iO Donna - Corriere della Sera

Semplicemente c’è un momento giusto per fare le cose e questo lo era per parlare del senso della vita e del fatto che quest’ultima, al di là di ogni psicopatologia, resta solo un racconto. È andata così per Vittorino Andreoli, noto psichiatra che tocca i punti che portano al senso, con una collana di 23 libri che si soffermano sulla pazienza e sulla gentilezza, ma anche sulla fiducia e l’immaginazione.

«Era necessario» dice, «perché viviamo in un momento di grande confusione, siamo tutti molto attenti alle azioni singole più che al significato dell’esistenza». Il titolo Raccontare la vita- Emozioni, sentimenti, pensieri non ha nulla di paternalistico, anzi. Si parla di disturbi, di letteratura ma anche di amore.

Una collana di iO Donna – Corriere della Sera

Il primo volume è dedicato al coraggio.
È giusto, è alla base dell’evoluzione della specie in effetti. Poi, al di là dell’imprecisione etimologica per cui la radice di “coraggio” si riferisce a “cuore”, in realtà la sua sede, come quella dell’amore, è altrove: nel cervello. Il coraggio è infatti una funzione psichica che permette di rendere efficaci le nostre azioni.

E che oggi sarebbe più necessario di un tempo?
No, per carità. Siamo vittime del principio insensato per cui, siccome la vita è piena di difficoltà, serve cancellare il limite della paura con un perenne invito al coraggio. Spingiamo in sostanza i giovani verso un’educazione all’off limits quando invece il coraggio ha bisogno anche di prudenza. Il risultato? Abbiamo trasformato ciò che dovrebbe essere un’eccezione in uno stile di vita.

In sostanza vogliamo essere tutti un po’ eroi.
Eh, beato un popolo che non ha bisogno di eroi, diceva Brecht. L’eroe di oggi ritiene che ogni sua azione sia speciale e che debba servire più a mostrarsi che a dare significato a ciò che opera. La dimensione affettiva dell’uomo dovrebbe invece essere guidata dall’equilibrio e non dai sussulti di episodi grandiosi.

«Non esistono gli eroi senza paura, e tutte le vicende umane devono tener conto di questa pulsione tesa alla difesa della propria vita» si legge.
Il coraggio, per potersi definire utile, deve rispettare sempre questo imperativo di Darwin. Sa che i soldati russi all’inizio del conflitto non volevano combattere perché non vedevano negli ucraini un nemico da temere? La paura è un meccanismo di difesa che ci anticipa un pericolo e ha senso dal punto di vista evolutivo. Ci deve essere però una proporzione tra paura e coraggio.A volte c’è la prima senza coraggio ed è quella di chi ha negato il virus Covid 19 per paura del virus stesso. A volte c’è il secondo senza paura, quello degli eroi del nulla, i ragazzi che aspettano sul binario il treno che arriva per scappare. O morire.

Vittorino Andreoli: «Le donne sono più coraggiose»

Le donne sono più coraggiose degli uomini?
Certo, e non so se è davvero eroe l’Ulisse che combatte a Troia per dieci anni, e ne impiega altri dieci per tornare, oppure Penelope, che lo aspetta salvaguardando il regno e la fedeltà. Una donna incinta per esempio ha la cognizione perfetta che dentro di sé sta avvenendo un fenomeno straordinario per cui dal nulla nascerà una vita: ha un coraggio che l’uomo si sogna. Io se domani sapessi di poter generare un figlio sarei disposto a farlo in due giorni, non in nove mesi. Il coraggio che manca al maschio è anche un altro.

Quale?
Quello della speranza. La donna ha la forza per continuare. Durante gli attentati di New York nel 2001 in molti si sono buttati giù dalle finestre delle torri gemelle e tra questi non c’erano mamme con bambini in braccio ma solo uomini. Pericolo e paura erano gli stessi ma le donne hanno preso l’ascensore: rischiando, alcune si sono salvate. La donna ha il coraggio di vivere. Anche dentro la famiglia.

Intende quella in crisi?
Sì, è in crisi perché è l’uomo in genere che manda in aria tutto e lo fa perché è un omuncolo, un bambino che non ha imparato a vivere e fa i capricci. La donna va avanti invece, a volte dice di farlo per i figli ma in realtà è perché ha capito tutto. Il suo coraggio corrisponde agli imperativi della continuazione della specie.

Vittorino Andreoli: «Capire chi siamo»

Anche se i divorzi aumentano.
Ovvio. Ci vuole più coraggio a costruire che a distruggere. Il primo segue alla fatica del vivere di Pavese, è quello di chi resiste e vive per dedicarsi. Sa cosa? La vera questione non è affrontare i problemi ma la propria visione del mondo: capire chi sono e dove sono. Pensi alla bellezza di una relazione in cui due ragazzi invecchiano insieme: l’amore cambia nel tempo come cambiamo noi. Nessuno è solo “io”: siamo una storia, siamo relazioni.

Siamo persi dietro altro che ci rende coraggiosi.
Il successo, il potere, il denaro. Viva il benessere, per carità. Ma a che serve un’economia senza scopo? Il potere è la più grande patologia sociale ed è uno dei tre disturbi legati all’eccesso di coraggio. Gli altri sono l’amenza, (una forma di psicosi delirante) e la paranoia. Il mondo oggi soffre per le guerre scatenate da grandi paranoici ma non ha idea quanti “piccoli paranoici” esistono intorno a noi: io li curo.

Cosa possiamo fare?
Concentrarci sulle piccole cose, guardare bene il volto di chi condivide con noi il tempo che passa, osservare i bisogni che trovano risposta proprio in chi è attorno a noi. Scopriremo così una nuova struttura dell’esistenza, fatta di legami.

E poi?
Imparare a distinguere il necessario dal superfluo. Non conosciamo quasi più il primo perché ci è stato possibile dimenticare i tre imperativi darwiniani, ovvero il bisogno alimentare, quello di difendere il territorio in cui si vive, e infine quello della pulsione a generare. Abbiamo sostituito la sopravvivenza con la qualità della vita che abbiamo ricamato con fantasie e stranezze spesso nocive.

L’ultimo antidoto che propone nel libro è dimenticare “l’io”.
Sì, serve lasciare lo spazio al “noi”, andando anche oltre le persone care, per estendersi alla comunità. Siamo fragili più che deboli. Ma le paure senza l’altro non si vincono: il vero coraggio arriva quando si capisce che alcuni problemi si superano solo in gruppo.

I suoi modelli di coraggio?
Seneca, quello del De tranquillitate animi, e Schopenhauer che ha scritto Le cinquanta regole per la felicità.

Vittorino Andreoli: «Il perdono elimina la paura»

Il perdono rende più audaci?
Sì, elimina la paura e toglie i pericoli: è più efficace della giustizia.

Viviamo nel tempo della paura cronica ovvero nell’era del coraggio. Lei come se l’è cavata finora?
Io ho vissuto sempre in mezzo ai matti che sono molto più numerosi dei normali, gente quest’ultima noiosa perché pensa solo ai soldi. Mi sono occupato di un manicomio ma non ho mai usato la forza. Sa che oggi su circa seicento reparti di degenza e cura in Italia, solo 23 non usano metodi di coercizione?

Cosa ha scoperto?
Che usiamo tanto coraggio che non serve e abbiamo paure che non esistono. Quando ho fatto la perizia a Donato Bilancia, un uomo che ha commesso diciassette omicidi in sei mesi, ho deciso di creare un legame con lui perché volevo capirlo. La mia posizione gli era chiara fin dall’inizio e ha infatti ricevuto 13 ergastoli. Ma mi ha sempre inviato gli auguri a Natale e a Pasqua. Si è laureato e si è suicidato.

Lei ha avuto coraggio, prof?
Sì, ho imparato a vincere la paura da quelli che avrebbero dovuto farmi paura.

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Corriere della Sera presenta una collana di volumi a cura del grande psichiatra di fama internazionale, Vittorino Andreoli.
All'interno dell'opera, l’autore unisce il suo studio del cervello e della mente alla passione per la narrazione delle vicende umane.
Il risultato è un viaggio alla scoperta di emozioni e sentimenti che fanno parte delle nostre vite: dalla paura alla gioia, dall’ansia al desiderio. Piccoli libri nei quali il lettore può trovare risposta a profondi bisogni che nascono nella quotidianità e dentro le relazioni.

Prezzo uscite: € 6,90 (arretrati € 7,40)

Data 1a uscita: 08 Marzo 2023

Raccontare la vita - Vittorino Andreoli - Piano completo dell’opera:
NB: (gli arretrati delle uscite saranno disponibili di norma a 8gg dalla data di pubblicazione in edicola, ad esclusione della prima uscita che sarà disponibile a 15gg)

Coraggio - 08/03/2023
Fiducia - 15/03/2023
Bugia - 22/03/2023
Gentilezza - 29/03/2023
Speranza - 05/04/2023
Pazienza - 12/04/2023
Immaginazione e creatività - 19/04/2023
Empatia e altruismo - 26/04/2023
Paura - 03/05/2023
Ansia - 10/05/2023
Fragilità - 17/05/2023
Rabbia - 24/05/2023
Gioia - 31/05/2023
Desiderio - 07/06/2023
Conflitto - 14/06/2023
Tristezza - 21/06/2023
Pietà - 28/06/2023
Invidia - 05/07/2023
Orgoglio e umiltà - 12/07/2023
Perdono - 19/07/2023
Gelosia - 26/07/2023
Seduzione e narcisismo - 02/08/2023
Passione e volontà - 09/08/2023