Freud. Sette lezioni sulla psicoanalisi

Il grande psichiatra racconta, a Ottanta anni dalla scomparsa, Sigmund Freud e il suo affascinante viaggio attraverso l'idea rivoluzionaria che ha cambiato il corso del Novecento.

"Freud è entrato nella nostra cultura portando un'enorme ventata di ispirazione nella psicologia: per esempio, scardinando il concetto che legava ogni azione alla volontà. Ma anche una grande teoria può avere il suo declino, tanto che molti degli assunti di Freud sarebbero oggi da mettere in un museo.

Freud

Lo psichiatra che più di tutti ha esplorato e descritto le contraddizioni del mondo moderno, abituandoci a mille provocazioni, affronta una nuova sfida: un «viaggio immaginario nella testa di Freud». Le vicende del padre della psicoanalisi vengono narrate in sette tappe: dai fondamenti della sua teoria - psiche, sessualità, inconscio, rimozione, complesso di Edipo, libere associazioni -, alla tecnica psicoanalitica, dai sogni ai casi specifici, dal transfert alle critiche, fino a individuare quel che resta oggi della sua eredità e cosa invece si può serenamente abbandonare. Un'importante rilettura di una figura cardine del secolo scorso, per chiarire le origini di convinzioni che ancora agiscono profondamente sulla cultura generale e sul nostro modo di pensare.

„Vittorino Andreoli, Freud. Sette lezioni sulla psicanalisi, pp. 126, Marsilio Nodi 2019“

UN ESTRATTO del LIBRO

IL TEMPO DELL’ESISTENZA

Non intendo fornire in questa sede una dettagliata biografia di Freud, ma ci sono alcuni riferimenti della sua vita che voglio ricordare, perché sono necessari a inquadrare il personaggio nel contesto storico in cui formulò la sua teoria.

Sigmund Freud nasce a Friburgo il 6 maggio 1856, da una famiglia profondamente religiosa e di cultura ebraica. Questo elemento potrebbe già dare adito a numerose considerazioni: non è un caso, per esempio, che uno tra i suoi più importanti saggi di valenza sociologica s’intitoli L’uomo Mosè e la religione monoteistica.

Quando Freud ha cinque anni, la famiglia si trasferisce a Vienna e questo spostamento è molto importante nella sua formazione. Sono gli ambienti della grande capitale ottocentesca, infatti, a fare da scenografia alla nascita della psicoanalisi.

In questo contesto, nel 1873 s’iscrive alla facoltà di medicina e si laurea nel 1881. La Vienna di allora era molto importante per gli studi di fisiologia e, specificamente di quella che oggi si chiama neurologia, ovvero la disciplina che si occupa di indagare il cervello, cercando di capire il ruolo di quest’organo nel comportamento.

Nel corso dei suoi studi, Freud rimane affascinato dalla fisiologia e da un grande maestro, Ernst von Brücke, che insegna in quella facoltà.

Brücke è uno studioso del sistema nervoso degli animali inferiori. All’epoca, lo studio del cervello umano doveva affidarsi per molta parte a osservazioni condotte su quelli degli animali, su cui era possibile fare sperimentazione. Sebbene più semplici, consentivano di raggiungere risultati rilevanti. Già si sapeva, per esempio, che il cervello ha una propria evoluzione in rapporto alla specie.

Brücke cerca di stabilire che cosa si acquisisce passando da una specie animale a un’altra: così, se una ha un comportamento che manca all’altra e le due presentano diversità nel cervello, è possibile che la differenza sia esclusivamente legata a quell’organo, ovvero sia «organica».

Si tratta dell’applicazione del cosiddetto «metodo comparativo»: si studiano due specie animali che hanno comportamenti diversi, se ne analizza il cervello e le differenze rilevate vengono fatte corrispondere a discrepanze comportamentali.