Omeni, done e buteleti

Omeni done buteleti

Vittorino Andreoli dedica una serie di racconti alla "sua" Verona, scritti nella lingua veronese più antica, espressione delle civiltà contadina di un tempo e radice culturale della città di oggi. "Omeni donne e buteleti" raccoglie frammenti di vita ricomposti nella lingua madre dell'autore. Ventisei affreschi dove riconoscere le agricole ascendenze, le satireggianti matrici, nonché le folgoranti inserzioni di una vividissima contemporaneità con esiti trascinanti, espressamente concepiti per il divertimento del lettore, come "You not understand n'ostrega. Savéito che ostrega lè american. Sa volio saver voialtre done puoarete. Fachin...". Con questo libro Andreoli condivide il frutto delle sue meditazioni, che lo portano a rivisitare, quasi nella dimensione del sogno, il mondo da cui proviene, il mondo dei suoi padri: una scrittura che diventa elegia - pulsante di vita- di un'umanità ormai passata. Ogni racconto è il ritratto di uno degli aspetti di quell'umanità, prevalentemente legati all'esperienza religiosa, all'avvento della civiltà post-contadina, e alla dimensione dell'affettività e della sessualità raccontata da Andreoli attraverso le "liturgie contadine" dei protagonisti di questa raccolta, Bepi e Maria.

 

„Vittorino Andreoli, Omeni, done e buteleti. Frammenti di vita, pp. 222, Gabrielli editori 2015“