Nerone da Villarotta. Un pennello bagnato nel Po

Nerone da Villarotta. Un pennello bagnato nel Po

"Nerone da Villarotta non è solo un pittore è anche un uomo. Anzi è un uomo prima che un pittore. Non è possibile staccare le sue opere dalla sua esistenza e il tormento dei colori è semplicemente il tormento e la fatica del vivere. In questo libro non si presenta una mostra, una fase pittorica ma si parla di tutta una vita e di tutta l'espressione pittorica con cui ha cercato di raccontarsi, forse inconsapevolmente. Un libro che non si limita a registrare un pittore, a delinearne profili già noti, ma serve a scoprirlo, a svelarlo a farne per la prima volta l'anatomia." Vittorino Andreoli.

Vittorino Andreoli è uno psichiatra. "Vive tra i matti da così lungo tempo da definirsi ormai "mezzo psichiatra e mezzo matto". Una maniera per significare con quanta attenzione ma anche amore abbia guardato a quelle vite che sembrano consumarsi al limite della possibilità di esistere. Andreoli non è certo uno psichiatra "ordinario", basta qui ricordare che, al manicomio di Verona, di San Giacomo della Tomba, ha condotto un atelier di pittura in cui i suoi matti raccontavano il tempo della follia usando colori, segni invece che le parole così piene di significati da perdere almeno nei matti ogni significato. È stato membro della Compagnie de l'Art Brut creata da Jean Dubuffet con il sostegno di André Breton e tra i pittori brut ha posto uno dei matti del manicomio, Carlo Zinelli.

Certo non è un critico d'arte nel senso tradizionale di questa professione. Se però una "nuova" critica si pone anche la necessità di conoscere una vita per conoscere un'opera, allora non solo ha qualche cosa da dire di un pittore, ma diventa il solo a poter parlare di un grande pittore che è al contempo un grande matto, anche se "da non curare". Su Nerone da Villarotta ha deciso invece che compilare una ricetta di scrivere questo libro."

„Vittorino Andreoli, Nerona da Villarotta. Un pennello bagnato nel Po, pp. 160, Marsilio 2002“