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«La violenza ora è autodistruzione»

La violenza ora è autodistruzione

Fonte: L'Arena

21 settembre 2023 | Laura Perina

Andreoli: «Non si pensa solo a fare male all'altro, ma anche a se stessi» Massucci: «Torni un valore la paura delle conseguenze»

«Nell'era dei social network, la violenza è diventata anche autodistruzione. Viene ripresa con il telefonino e i protagonisti si preoccupano di apparire bene nei video, perché lo scopo è di essere guardati. Come se non sapessero che, così facendo, le forze dell'ordine riescono a individuarli rapidamente. I ragazzi non pensano più "soltanto" a infrangere la legge e a provocare danni all'altro, lo fanno anche a loro stessi».

L'analisi dello specialista
Per lo psichiatra Vittorino Andreoli, si tratta di un comportamento che va studiato nel profondo. Così il senso della sua lectio magistralis al polo universitario Santa Marta è tutto contenuto in un invito rivolto alla comunità intera: se la molla della violenza giovanile è la paura dell'altro, l'antidoto sta nell'inclu sione, nel far sentirei ragazzi allo sbando, spesso italiani di seconda generazione, davvero accolti.
Nei giorni in cui arrivano le condanne per i componenti della baby gang Qbr, il fenomeno della violenza giovanile è stato al centro di un convegno promosso dal dipartimento di Scienze giuridiche dell'università di Verona, dalla questura e dal Centro di scienze della sicurezza e della criminalità degli atenei di Verona e di Trento.

Lavoro di squadra
«Lo scopo», spiega il direttore di Scienze giuridiche, Stefano Troiano, «è di lavorare in stretto coordinamento con le istituzioni cittadine per approfondire il dialogo sui temi della violenza e in particolare della violenza giovanile, per studiarne le cause e i metodi migliori per contrastarla ma soprattutto per prevenirla».
Questo perché crescono i casi di cronaca che offrono testimonianza di violenze e aggressioni perpetrate da minorenni a danno di altri minorenni, non di rado potenziate dall'impiego sconsiderato dei social e da dinamiche di gruppo difficili da arginare. Lo confermano i dati contenuti nel rapporto della Direzione centrale della Polizia criminale, che mostrano un incremento di oltre il 14% dei minori denunciati o arrestati nei primi dieci mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2019.

Un pericolo
«Anche a Verona», riflette il questore Roberto Massucci, «osserviamo fenomeni di devianza giovanile e di giovani diventati maggiorenni che diventano parte di organizzazioni criminali più strutturate. È un problema da affrontare sul piano del contrasto, perché la paura delle conseguenze deve tornare un valore a cui fare riferimento. Ma occorre anche lavorare con i giovani, per-aprire gli orizzonti del ragionamento».
Al convegno hanno partecipato il presidente del Tribunale di Verona Ernesto D'Amico, l'assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi, il già procuratore Guido Papalia il direttore del Centro di scienze della Sicurezza e della Criminalità Andrea Di Nicola e il ricercatore di Filosofia morale Matteo Bonazzi.
Presenti gli studenti dell'i-stituto professionale Sanmicheli e gli allievi della Scuola di polizia di Peschiera.